Nuovo Centro Ambulatoriale Pediatrico “Pierluigi Bonaiuti” – Ospedale Meyer

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Il 13 Dicembre 2017 verra’ inaugurato il Nuovo Centro di Dialisi e Nefrologia dell’Ospedale Meyer a  Firenze. Questo nuovo centro sara’ in grado di garantire i massimi livelli di assistenza e attenzione verso i piccoli pazienti con problematiche renali in un ambiente pensato e realizzato a misura di bambino.

Al suo interno sara’ presente un Centro Ambulatoriale Pediatrico che portera’ il nome di mio padre “Pierluigi Bonaiuti“.

 

L’ Ospedale e la Fondazione Meyer di Firenze

Il Meyer è un ospedale pediatrico di alta specializzazione ed un centro di eccellenza a livello nazionale ed internazionale. Tecnologie moderne e  nuove terapie, entrambe supportatte da attività di ricerca che si svolgono all’interno dell’ospedale stesso, garantiscono altissimi livelli  assistenziali, in un contesto di umanizzazione e di servizi di accoglienza studiati a misura dei bambini e delle loro famiglie. Per me che sono Fiorentino, e’ un motivo di orgoglio e vanto.

La Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer nasce come supporto all’attività di comunicazione, marketing e raccolta fondi per il Meyer. Grazie al lavoro della Fondazione, possono essere sostenuti progetti scientifici e di aggiornamento tecnologico di importanza strategica per la continua crescita scientifica ed assistenziale dell’ospedale.

 

Mio padre

Cosa dire di mio padre…..e’ stata una persona eccezionale ed un padre fantastico. La persona che credeva in me anche quando non ci credevo piu’ neanche io. Una persona di una generosita’ smisurata, che metteva gli altri sempre davanti a se’. Una persona corretta, di quella correttezza che e’ di altri tempi e che non c’e’ piu’. Una persona allegra, che la sua allegria mi manca ancora tanto.

Sono sicuro che sarebbe stato anche un nonno stupendo, se ne avesse avuto il tempo. Mio padre ha perso la vita il 6 Giugno 2010, a seguito di un incidente stradale, travolto da una macchina in un maledetto incrocio a Borgo San Lorenzo, mentre faceva uno dei suoi sport preferiti, andava in bicicletta.

 

La ricerca della verita’

Per quasi tre anni, insieme al grande amico di mio padre, Stefano Burberi, ho cercato di far emergere la verita’ su quel terribile incidente, passando attraverso avvocati, periti, testimoni, verbali, fotografie, usando le mie competenze di ingegnere (quelle poche rimaste) e soprattutto quelle di Stefano, per trovare un senso a cio’ che un senso non ha. E’ stato uno dei periodi piu’ bui della mia vita, quando mi svegliavo la notte pensando a una foto o a un dettaglio del verbale che potessero confermare la vera dinamica dell’incidente, quello che tutti già sapevamo, che mio padre non aveva colpe in quel terribile incidente.

 

Il momento piu’ difficile

Una sera di Febbraio del 2013, ero appena tornato a casa quando chiama il mio avvocato per mettermi davanti ad una scelta terribile. Mi aveva gia’ avvertito che la strada era in salita, che non c’erano piu’ speranze per un processo penale (principalmente per errori macroscopici fatti dal mio primo avvocato), e che il processo civile sarebbe durato anni e con esiti molto incerti. Quella sera mi disse che la societa’ assicuratrice della controparte offriva centomila euro per chiudere il procedimento e che questo era in assoluto il migliore risultato in cui potessimo sperare. Fine.

I soldi non erano mai stati il motivo per cui combattevo e non avrebbero alleviato in alcun modo il dolore e la rabbia che avevo. Accettarli era come tradire mio padre e tutto quello che avevamo fatto e in cui avevamo creduto in quei tre anni.

 

La soluzione, il sorriso di un bambino 

Quella notte non chiusi occhio. Accettare quei soldi era come vendere la memoria di mio padre…continuavo ad agitarmi nel letto finche’ non mi ricordai di uno stupido episodio accaduto due anni prima in India. Per gioco, durante una serata aziendale, una chiromante mi lesse la mano e predisse che a breve avrei fatto “qualcosa di grande…costruito una chiesa, una scuola, o un ospedale”. Non credevo e tuttora non credo alle chiromanti, ma quel pensiero per me fu un’ illuminazione.

Mio padre adorava i bambini, al punto che all’eta’ di 69 anni, era ancora in grado di commuoversi quando si parlava di bambini in difficolta’. Era inoltre “ossessionato” da due cose: l’istruzione (solo merito suo e di mia madre se ho studiato) e la salute (era un grande sportivo e sempre aggiornato sui progressi della medicina).

La soluzione era li davanti ai miei occhi….usare interamente quella somma di denaro per sostenere la costruzione di una scuola o di un ospedale per bambini. Non era piu’ tradire mio padre ma dargli una nuova vita, negli occhi dei bambini che ne avevano bisogno.

La cosa piu’ bella e’ che mia madre, appena le accennai quel progetto, non ci penso’ un secondo ed disse’ subito SI. Anche senza mio padre, eravamo sempre una famiglia.

 

Un progetto per mio padre

I successivi tre anni li ho passati a cercare una fondazione ed un progetto da sostenere. Ho avuto modo di conoscere persone eccezionali che operano in questo settore e che dedicano la propria vita agli altri, in cambio di un sorriso.

Ho valutato svariati progetti e questa ricerca mi ha portato addirittura ad Haiti, dove c’era la possibilita’ di costruire una scuola per i bambini del quarto mondo. Anche se il progetto non si e’ realizzato, quella realta’ mi rimarra’ per sempre dentro. Non si puo’ essere gli stessi dopo aver visto Haiti.

L’anno scorso mi sono avvicinato alla soluzione che era forse piu’ ovvia per un fiorentino, la Fondazione Meyer di Firenze. Devo dire che sono subito stato colpito dalla loro cortesia e professionalita’, in particular modo del suo segretario generale, il Dott. Alessandro Benedetti, il quale mi ha aiutato e guidato nella scelta del progetto che piu’ si avvicinasse a quello che mia madre ed io avevamo in mente.

E cosi’ la scelta e’ stata di sostenere il nuovo Centro di Dialisi e Nefrologia, risultato di un investimento importante fatto dall’ospedale e dalla fondazione Meyer, il quale sara’ in grado di garantire 1.600 attività di Day Hospital e circa 2.000 prestazioni ambulatoriali all’anno ai bambini affetti da problemi renali.

A ricordo della nostra donazione, il centro ambulatoriale che fara’ parte di questo nuovo complesso, portera’ il nome di mio padre. Un motivo ancora per essere orgolioso di lui e di quello che e’ stato per tutti noi.